MILANO - L'incontro fra terra e acqua

Come osservava Fernand Braudel la ricchezza e la potenza delle città era data dall’essere situate sul mare o perchè attraversate da un sistema di navigazione e collegamento fluviale. Così Roma ha il Tevere, Firenze l’Arno, Parigi la Senna, Londra il Tamigi, Calcutta il Gange e New York l’Hudson. Milano no, non ne ha bisogno: ha i piedi dentro l’acqua, e per secoli è cresciuta e si è sviluppata in armonia con questo elemento: fiumi, risorgive, canali navigabili segnavano fortemente il suo territorio e ne costituivano la sua ricchezza.
Alla fine del 1200, Bonvesin de la Riva scriveva “un fossato di sorprendente bellezza e larghezza circonda questa città da ogni parte e contiene non una palude o uno stagno putrido, ma l’acqua viva delle fonti, popolata di pesci e di gamberi” descrivendo con incanto una grandiosa “Città d’acque”.
Senza contare che la città è situata in una posizione privilegiata, attraversata dai fiumi Olona, Seveso e Lambro, circondata dai laghi di Como, Maggiore e di Garda, e dai fiumi Ticino e Adda e così Stendhal, un grande innamorato di Milano nei primi dell’ottocento scriveva “il paese che si attraversa da Milano a Pavia è il più ricco d’Europa. Ovunque si scorgono i canali d’acqua corrente che gli danno fertilità: si costeggia il canale navigabile per mezzo del quale si può andare in battello da Milano a Venezia o in America”.
La fitta rete di navigli, cui aveva contribuito il genio di Leonardo da Vinci, ha reso possibile quell’opera meravigliosa che è il Duomo di Milano, creando un ambiente urbano unico e affascinante.
Oggi, il rapporto tra Milano e l’acqua continua ad essere importante, con molti milanesi che ancora trascorrono il tempo libero sulle loro barche, del resto, la città ospita il maggior numero di armatori in Italia, il che conferma quanto la città sia legata al mondo della navigazione.